Intervento al convegno
sui fratelli Di Lena
sotto
l'Alto Patronato
del
Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Naso, cineauditorium 26
novembre 2011, 150º anniversario dell'Unità d'Italia
Carmelo Di Lena
Sindaco della Città di Naso nella Sicilia Liberata
Il 10 Luglio 1943 le
truppe anglo-americane sbarcano in Sicilia; il 3 Settembre 1943 a
Cassibile (SR)
l'Italia firma l'"Armistizio" che il Capo del Governo italiano, il
generale Pietro Badoglio (il quale è stato nominato Primo Ministro
da Sua Maestà Vittorio Emanuele III dopo le dimissioni di Benito
Mussolini a seguito della votazione dell'ordine del giorno Grandi da
parte del Gran Consiglio del Fascismo il 25 Luglio 1943), proclamerà
radiofonicamente agli italiani soltanto l'8 Settembre con una
formulazione tragicamente ambigua. La Sicilia è la prima a
sperimentare Il Governo Militare Alleato dei Territori Occupati (Allied
Military Governement of Territories Occupied) al comando del
generale britannico Harold Alexander. L'AMGOT è stato un organo
militare deputato al funzionamento della pubblica amministrazione
fino al ristabilimento del governo legittimo in un paese occupato e
operò in Italia fino all'11 Febbraio 1944. Mentre tra il 9 e il 10
Settembre, nel disperato tentativo di difendere la Capitale
dall’occupazione nazifascista, infuria a Roma La battaglia di Porta
San Paolo che conta tra i suoi combattenti il comunista Ignazio Di
Lena, il 25 Settembre 1943 il socialista Carmelo Di Lena,
attraversando la Sicilia il controverso periodo del separatismo e
del banditismo, del neofascismo del comandante della X Mas Giunio
Valerio Borghese, firma la sua prima delibera municipale da Sindaco
della Città di Naso nominato dal Governo Militare Alleato, di cui è
responsabile in Sicilia Salvatore Aldisio, dando inizio alla
ricostruzione della democrazia cittadina. Le idee socialista a Naso
si diffondono dalla fine del 1800; nel 1889 si forma Vita Nova un
gruppo nutrito di aspirazioni democratico-mazziniane; dopo la
nascita del Partito Socialista Italiano (1892)-, nel 1894 Francesco
Lo Sardo, giovanissimo protagonista dei Fasci Siciliani (1891-1893)
e per questo confinato alle isole Tremiti, fonda il Fascio operaio
nasitano; lo sviluppo del mutualismo porta alla creazione della
Società operaia e commerciale di mutuo soccorso; nel 1900 vede la
luce Il Circolo dei Lavoratori composto da artigiani e piccoli
proprietari agricoli. Il 18 Marzo 1902 viene costituita la sezione
socialista nasitana: il Presidente è l’avvocato Gaetano Calcerano
che sarà vittima della violenza fascista, viene eletto segretario
l’agronomo Giovanni Lo Sardo, fratello del futuro martire
antifascista I due nel 1908 (il solo Giovanni Lo Sardo per il
Circolo dei lavoratori nel 1902) riusciranno a diventare consiglieri
comunali rompendo il tradizionale blocco monarchico e
agrario-liberale che deteneva incontrastato il potere politico
cittadino. Negli anni della prima guerra mondiale la famiglia Di
Lena avrà un proprio esponente volontario al fronte: il
venticinquenne mazziniano Cono che sarà ferito due volte sul Carso e
decorato con due medaglie di bronzo (come la sorella Erminia Di
Lena) al valor
militare. Di questa esperienza, Il reduce Cono, rammentando i
commilitoni nasitani, farà ricordo con la pubblicazione ad Asola di
Mantova di “Pagine di eroismo”, in memoria dei caduti della Città di
Naso: furono 222. Negli anni della Grande Guerra l’amministrazione
comunale è gestita da un esponente dei latifondisti locali: Gaetano
Milio Cangemi. Dal 1820 fino alla caduta del Fascismo coloro che si
succedono alla carica di Sindaco sono i rappresentanti delle
famiglie dei ricchi proprietari terrieri e della borghesia delle
professioni liberali: Giuffrè, Parisi, il futuro onorevole Gaetano
Parisi e Parisi (1816-1888), deputato dalla X alla XVI legislatura
della Camera del Regno d’Italia, GaetanoMilio, Lanza Cuffari,
Trassari, Maneri, Cangemi, Piccolo, Paterniti, Collica, Buttà, i
podestà Gioacchino Xilone e Manlio Milio.
La rivoluzione e la restaurazione si
fronteggiano nella città di Naso sin dal periodo del Risorgimento di
cui è protagonista il nasitano onorevole, senatore del Regno,
ministro del governo dittatoriale di Garibaldi in Sicilia e Sindaco
di Palermo, dottor Giovanni Raffaele a cui si oppone, fieramente
borbonico, padre Giuseppe Buttà che esalterà la dinastia del Regno
delle Due Sicilie ne “ I Borbone di Napoli al cospetto di due
secoli” e in “ Un viaggio da Boccadifalco a Gaeta,” Napoli, 1883, di
cui è stata edita un’edizione Bompiani, Milano 1985, con prefazione
di
Leonardo Sciascia.
L'onorevole nasense dott. Giovanni Raffaele,
sodale, nelle lotte risorgimentali, di Francesco Crispi, nominato
senatore del Regno d'Italia nel 1876, Sindaco di Palermo dal 1878
al 1880, alla Camera dei deputati, il 16 luglio 1864 affermò"
Signori, io sono di quei vecchi,
sono di quei veterani propugnatori dell'unità e dell'indipendenza
dell'Italia... lo sono quell'uomo, che è l'autore di quelle
lettere pubblicate nel Morning post sulla fucilazione del Bentivegna...
Palermo oggi, o Signori, non è punto mutata ,
è quella del 4 aprile e 27 maggio 1860... E' in virtù di quella
rivoluzione che col miracoloso intervento di Garibaldi e dei Mille
si compì l'unificazione sul Volturno, per cui i Napoletani e i
Siciliani abbiamo la fortuna di sedere qui in mezzo a voi fratelli
del nord e del centro d'Italia...
Nella tornata parlamentare del 16 Novembre
1864 rispondendo all'onorevole Berti, consentendo sui
meriti del Piemonte e di Torino
disse con fierezza."... per esempio poteva dire che il popolo di
Sicilia si distingue forse
più degli altri popoli d'Italia per la intolleranza del dispotismo,
per l'amore alla libertà ---" e dopo aver ricordato le
rivoluzioni del 1812, 1820, 1848 (di cui egli fu protagonista) e del 1860
(Raffaele fu ministro dei lavori pubblici del governo
prodittatoriale di Garibaldi) concluse "in meno di mezzo secolo
quattro grandi rivoluzioni per amore della libertà, per aborrimento
del dispotismo...".
Il
rifiuto del dispotismo e l'amore per la libertà legano con un ponte
di idee l'onorevole, senatore Giovanni Raffaele, al martire
antifascista on. avv. Francesco Lo Sardo e ai protagonisti della
liberazione dalla dittatura mussoliniana, a livello siciliano e
nazionale, Cono, Carmelo e Ignazio Di Lena.
L’avvocato Nicolò Trassari, il quale sarà eletto consigliere nella
lista Di Lena, rivelerà in un pubblico comizio che proprio uno degli
esponenti della borghesia delle professioni, all’interno del Circolo
Agatirso, peraltro chiuso nel 1926 per sentimenti antifascisti e
contrarietà al regime, l’avvocato Beniamino Collica, (commissario
prefettizio dal 1944 al 1946) consigliò agli emissari dell’AMG di
nominare come Sindaco di Naso, nei convulsi e pericolosi giorni che
seguirono alla proclamazione dell’Armistizio, il ragioniere Carmelo
Di Lena che ricoprirà per la prima volta la carica di primo
cittadino fino all’8 Marzo 1944 ristabilendo la legalità
istituzionale nel nobile Municipio, un tempo baronia (Barresi,
Alagona, Aragona) contea sotto i Ventimiglia.
La
diffusione delle idee risorgimentali, le forti istanze libertarie,
la significativa presenza di circoli, associazioni, movimenti e di
uomini che le incarnano (I Lo Sardo, I Di Lena) generano
l’avversione del regime mussoliniano per la città Di Naso che le
forze moderate e clericali cercheranno sempre di orientare alla
sintonia col fascismo (cf Mons. Antonino Portale, La città Di Naso
in Sicilia e il suo illustre Figlio San Cono Abate). Nelle prime
libere elezioni comunali successive alla Liberazione il ragioniere
Carmelo Di Lena viene eletto consigliere comunale d’opposizione
alla giunta comunale guidata dal dottore in agraria Carmelo Bontempo
(con vice sindaco Antonino Pirrone, il fratello Nunzio,
indipendentista e poi democristiano con Padre Vincenzo Musarra, farà
parte della Giunta del prof. Isidoro Zumbo successiva a quelle Di
Lena) la cui azione è sostenuta dai ceti moderati cittadini. Il
carattere combattivo, la forte cultura politica, un grande
radicamento nei ceti popolari, la simpatia della parte più
illuminata della borghesia cittadina, nelle elezioni amministrative
del 1952, decretano la vittoria della lista Di Lena che viene eletto
Sindaco.
Fin dalla
prima nomina a Sindaco 1943-1944, quando il latifondista Eduardo
Milio Cangemi ospita nel suo Palazzo di Piazza Perlongo e nella
villa rurale di Due Fiumare, il capo dell’Indipendentismo siciliano,
Andrea Finocchiaro Aprile, e poi negli otto anni che ricoprirà la
carica di primo cittadino fino al 1960, la politica municipale di
Carmelo Di Lena sarà di chiara impronta socialista.
(socialismo municipale)
Nel primo
periodo istituisce le scuola elementari pluriclasse nelle contrade
Fiumara e Munidari, la scuola media unica pubblica; nel 1944 forma
la commissione per l’assistenza sociale e sanitaria di cui fra gli
altri fanno parte il dottor Goffredo Collica e l’avvocato Ignazio
Cangemi. Nell’ottobre del 1944 assume la gestione pubblica della
scuola media e ginnasio parificato “ Conone Navacita” per dare
continuità all’attività didattica anche nel periodo bellico. La
scuola media e superiore ginnasiale avrà per lunghi anni (fino al
1956) come Preside l’agostiniano padre Agostino La Valle, docente di
greco e latino, maestro di vita di moltissimi futuri professionisti
nasensi. Il via libera alla costruzione degli edifici scolastici
nelle contrade Cresta, Malò e Bazia, è del 1952; nell’anno 1953
viene deliberata l’istituzione di una scuola agraria professionale;
Negli anni del secondo mandato la privata e pubblica illuminazione
viene ramificata su tutto il territorio cittadino; è del 1955 la
delibera di costruzione dell’asilo comunale infantile; nello stesso
periodo la città si arrichisce di nuove vie di comunicazione verso i
centri litoranei; rimarrà un desiderio irrealizzato ancorché
progettato la ferrovia Naso- Randazzo che avrebbe consentito un
moderno collegamento con la città industrialmente più avanzata della
Sicilia: Catania, la Milano del Sud proprio negli anni del miracolo
economico italiano. Dal 20 Agosto al 10 Settembre 1957 viene
istituito il “ Premio Nazionale di pittura e Bianco e Nero ”Città di
Naso” cui partecipano ed espongono opere numerosi artisti
contemporanei di fama nazionale e poi internazionale Renato Guttuso,
Carlo Levi, Ernesto Treccani, Saro Mirabella,Tono Zancanaro,
Giuseppe Motti, Mario Mafai, Francesco D’Ascola, Ugo Attardi,
Ampelio Tettamanti,M.M.Lazzaro,Fausto Caruso, Enzo Vespignani,Francesco
Trombadori… In questa occasione, anche se non compaiono in catalogo,
si rivela agli artisti nazionali il giovanissimo pittore Tano
Santoro che espone alcuni paesaggi siciliani e subito dopo, “ andrà
a bottega”, come un discepolo del rinascimento italiano, a Milano,
da Giuseppe Motti e Tono Zancanaro. Anche la composizione
socio-culturale delle diverse commissioni istituite
dall’amministrazione comunale delle quali fanno parte artigiani,
agricoltori, commercianti (Gaetano Scionti e Giuseppe Mormino, gli
abili orafi ed ebanisti Tindiglia) insieme ad avvocati, medici e
piccoli proprietari lascia intuire che il socialista Di Lena si è
fatto promotore di una politica di collaborazione tra categorie e
ceti sociali diversi che per lungo tempo si erano affrontati
nell’agorà nasitana. L’ispirazione di fondo del governo cittadino
capeggiato da Di Lena è lo sforzo della costruzione di un piccolo
stato sociale a dimensione cittadina: un’idea di progresso sociale,
simile a quella attuata da Giuseppe De Felice Giuffrida a Catania,
duramente contrastata dal centro-destra cittadino che, a causa di un
cambio di maggioranza all’interno del consiglio comunale, riuscirà a
determinare le sdegnate dimissioni di Carmelo Di Lena (“Questa
minoranza già maggioranza, abbandona l’aula per protesta”).
L’egemonia politica della Sinistra cittadina subisce un duro colpo
da cui non si riprenderà neanche dopo l’intensa ma troppo breve
esperienza della sindacatura del dottor Gaetano Caprino, (fine
1964—inizio 1966) esponente del PSIUP (partito socialista italiano
di unità proletaria), prematuramente scomparso. Carmelo Di Lena
muore improvvisamente nel 1962: i cittadini di Naso, nelle cui menti
è ancora impressa la frase con cui concluse il proprio comizio di
congedo ”A casa mia del Comune non ho nulla: al Comune ho dato la
mia salute e i miei averi” sono tutt’ora convinti, nel ricordo di un
Sindaco esemplarmente onesto, che la proditoria caduta della sua
amministrazione abbia assestato un duro colpo alla salute di un
primo cittadino indimenticabile.
Prof. Massimo Cono
Pietropaolo
Cineauditorium della
Città di Naso –
26 Novembre 2011.
Bibliografia
Cerrito G., Il Circolo
dei Lavoratori e la Sezione Socialista di Naso ( 1889-1913 )
In “ Movimento Operaio”,
Gennaio-Febbraio 1954 ( a.VI ), nuova serie.
Cono Di Lena, Pagine di
Eroismo, in memoria dei Caduti di Naso, Asola ( Mantova )1927
Andreucci F.- Detti T. Il
movimento operaio italiano. Dizionario biografico. Editori Riuniti –
Roma 1977
(A cura di ) Sebastiano
Saglimbeni, Francesco Lo Sardo, Epistolario dal Carcere, edizioni
del Paniere, 2° edizione, Verona 1988
Fedele Santi ( a cura di
) I Fasci Siciliani dei Lavoratori ( 1891-1894 ), Rubbettino
SoveriaMannelli ( CZ) 1994
Fonti
Archivio storico
comunale della Città di Naso: delibere del Sindaco, della Giunta e
del Consiglio comunale 1943—1944; 1952-1960
Sitografia
www.Anpi.it/ donne e uomini della Resistenza: Biografie: Ignazio
Di Lena
www.istitutosalvemini.org
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