IL CIRCOLO AGATIRSO DI NASO |
SUCCESSO DI PUBBLICO PER “ARTE E CERVELLO” DONATE le tele di Cogliani e Maestosi realizzate dal vivo e un'opera di Zancanaro Successo di pubblico e tante sorprese nell'ultimo atto della manifestazione “Arte e Cervello”, performance pittorica dal vivo e incontro tra saperi sulla via della contemporaneità realizzata sabato e domenica scorsi al Circolo Agatirso di Naso. Nella serata conclusiva, di fronte a un pubblico numeroso e attento che ha sfidato l’afa pur di applaudire relatori e artisti, sono state presentate al pubblico le declinazione del rapporto tra l'arte contemporanea e la medicina. Con due fuori programma: la dedica del quadro realizzato dal vivo dal pittore Danilo Maestosi a Renato Nicolini, di cui era intimo amico, e il dono di un terzo quadro al circolo, un'opera del maestro Tono Zancanaro, da parte di Francesca e Michela Joppolo, quest’ultima socia del Circolo. Il tema della manifestazione è stato indagato nel corso della conferenza pubblica “Incontro tra saperi sulla via della contemporaneità” dall'intervento del professore Sebastiano Paterniti, Presidente del Circolo Agatirso di Naso, già Professore Associato di Neurochirurgia, dell'Università degli Studi di Messina, che ha sfatato parecchi luoghi comuni della relazione tra arte e scienza, come quello che localizza l’espressione artistica nell’emisfero destro: “Gli artisti Solveig Cogliani e Danilo Maestosi, il gallerista Enrico Lombardi e il critico d’arte Andrea Romoli Barberini – ha dichiarato Paterniti – sono romani che amano fortissimamente la Sicilia. Dal loro talento e dalla loro disponibilità a raccogliere questa sfida è nata questa manifestazione che indaga uno dei temi più originali e apparentemente insoliti degli ultimi anni: il rapporto tra arte e medicina, con particolare riguardo alla neurologia e neurochirurgia”. A seguire l’intervento di Enrico Lombardi, titolare della storica Galleria Lombardi di Roma, docente di Economia e mercato dell’arte alla Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma e alla Rome University of Fine Arts, Vicepresidente dell’Argam (Associazione romana gallerie di arte moderna): “Moltissimi degli artisti che nel corso della mia vita professionale mi hanno particolarmente appassionato sono siciliani – ha sottolineato il gallerista – eppure il contemporaneo trova poco spazio sull’isola. Si spendono migliaia di euro per un turismo che non lascia traccia in termini di sviluppo e nulla, o troppo poco, per il turismo culturale del quale la Sicilia dovrebbe essere capitale. Invertire la rotta è condicio sine qua non. Perché è vero che non c’è presente senza passato, ma non ci può essere presente senza futuro”. “La cultura è il migliore passepartout per la crescita di una collettività e di un territorio – ha aggiunto Andrea Romoli Barberini, docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e all’Accademia di Belle Arti di Roma, direttore Artistico del Palazzo Ducale Arte Contemporanea di Maierà (Cs) e critico d’arte – Il problema è che molto spesso è il territorio che disconosce le sue stesse eccellenze e il contemporaneo suscita dubbio, sospetto nel pubblico. Ma il contemporaneo indaga l’altrove, e per la prima volta con piena consapevolezza dell’artista che lo crea, e nel far questo riscopre quell’unicità dell’individuo che è, per definizione, un valore assoluto e non sostituibile”. In chiusura gli interventi e le testimonianze artistiche affidate a Solveig Cogliani e Danilo Maestosi che hanno spiegato al pubblico il significato delle loro opere donate al Circolo Agatirso. “Per dipingere questo quadro sono partita dalla forma del cervello – ha spiegato Solveig Cogliani – una forma che mi ricorda un’isola. Questo spunto mi ha fatto ripensare alle mie letture sull’amigdala, centro della memoria collettiva e primigenia dell’umanità, dell’intelligenza emotiva e del patrimonio di conoscenze che passa di madre in figlio, da ciascun essere umano all’altro. Allora mi è tornata in mente la poesia di John Donne, “Nessun uomo è un’isola” e l’ho voluta riprodurre scrivendola sulla tela, per lasciare traccia del percorso che mi ha portato al dipinto”. “Un quadro non è mai una risposta, è una domanda – ha concluso Danilo Maestosi – Vorrei che ciascuno trovasse in ogni opera il cuore che la regge e il suo significato personale. Per me questo quadro rappresenta il cervello interpretato come un universo ridotto a segno, circondato da messaggi-spirale. Il quadro è disseminato in una serie di tratti che provano a riprodurre questo movimento, il movimento incrociato tra messaggi, stimoli e lampi di emozione che partono e arrivano al cervello. Un cervello che riemerge da una sorta di anno zero, da un’era glaciale come una forma in gestazione”.
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