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Naxos, Agatyrno, Naso e Capo D’Orlando: essere due, l’identità diversa

Tucidide fissa la nascita dell’apoikia di Naxos siceliota al 734 a.C. (la più antica secondo Strabone è Zancle 757-756 a.C.). La fondazione di Agatyrno ha origini mitiche: uno dei figli di Eolo e Ciane "fondò una città da lui chiamata Agatyrno" (Diodoro Siculo V,7-8) collocata a 30 miglia fra Tyndaris e Halaesa da Strabone (Geografia VI,21), tra Tyndaris e Halontion da Claudio Tolomeo e tra Tyndaris e Kalé Akté dall’Itinerarium Antonini (92,6), dalla Tabula Peutingeriana, dai più tardi Corografo Ravennate (5,23) e dal monaco Guidone.

Tommaso Fazello, De rebus siculis decades duae, nel 1558 a E-SE dell’attuale cimitero di Capo D’Orlando (luogo simbolico ricorrente della storia locale) riuscì a scorgere le antiche vestigia agatirnesi " nelle campagne di S.Martino "Tra il 1870 e il 1880 sono stati ritrovati dei reperti, nella proprietà Cangemi, con un’iscrizione risalente, nella traduzione di Carlo Incudine (1850-1887) ripresa da A.Salinas nel 1884, al periodo dell’imperatore Tiberio (14-37d.C). Nel gennaio 1986 sono state casualmente scoperte le Terme di Bagnoli che sono meritoriamente studiate. I naxioti di Naxos siceliota, nel 396 a.C fondano sul Monte Tauro Tauromenion. La maggioranza dei nassensi cercano riparo nella Sicilia tirrenica: Mylai e Tyndaris li rifiutano ed essi, Agatyrno consentendo, lungo il fiume Timeton (odierno torrente Naso) fondano Nàxida nel 300 a.C (νη̃̃̃̃̃σος=να̃σος “isola” nel senso di terreno alluvionale lungo un fiume è attestato da Gerhard Rohlfs, Scavi linguistici nella Magna Grecia, Galatina, 1974, pp161-162 e pp.223-225).

Nel 262 a.C gli agatirnesi, caduta Akragas cui si era alleata inviando un nutrito contingente contro i cartaginesi, trovarono scampo a Nàxida grata della precedente ospitalità nell’agatirnitide.

In epoca romana Livio, Ab urbe condita, XXVI, 40 scrive che da Agatirno, defezionata da Roma e alleatasi con Siracusa nella seconda punica, come testimoniato da Silio Italico in Pun.XIV 258, dove si era concentrata una colluvies di irregolari per latrocinia ac rapinam tolerantes vitam, il console Valerio Levino inviò nel 210 a.C. ai reggini quattro mila uomini ad populandum Bruttium agrum.Plinio in Nat.Hist. III 90 definisce Agatyrno, con un termine giuridico ambiguo, oppidum corrispondente al polichnion, al pari di Mylai, Halesa e Cephaloedium,del libro VI della Geografia di Strabone. Probabilmente in epoca augustea la chora agatirnese diviene dipendente da Tindari come dimostra la monetazione della città dei Dioscuri con l’effigie dell’eroe Agatirno. Nel III d.C gli itinerari attestano una statio agatirnese lungo la via Valeria tra Panormo e Messana.Le terme ellenistiche di Bagnoli-San Gregorio, l’iscrizione della statua della villa Cangemi del periodo tiberiano, la definizione pliniana, la tarda presenza della statio della via Valeria attestano la persistenza della civiltà di Agatyrno. I Naxioti e gli Agatirnesi, fuoriusciti dalle originarie residenze, ascesero, probabilmente alla fine dell’età romana repubblicana, sulle colline tirreniche di Naxo nebroidea fondandola gemella della prima Naxo ionico- siceliota. Le vicende storiche hanno ascritto amministrativamente una vasto territorio alla "Terra di Naso"come la definiscono i diplomi medievali studiati dal Cusa: la baronia dei Barresi, Alagona e Aragona, l’impero di Federico II di Svevia, la Contea dei Ventimiglia, Il Regno delle Due Sicilie.

Al tempo dei Franchi una parte della la presunta chora agatirnese sarebbe stata ridenominata da Carlo Magno che al promontorio siculo tirrenico, attribuisce il nome del suo valoroso e mitico paladino Orlando. Tra il XVIII e il XIX secolo alluvioni e terremoti crearono la fertile Piana di Capo D’Orlando su cui sorsero vigneti, gelseti e agrumeti che affiancano la fiorente attività marinara che è testimoniata da un’efficiente tonnara della contrada S.Gregorio fin dal XVIII secolo. La successiva costruzione della linea ferroviaria Messina–Palermo favorisce lo sviluppo socio-economico suscitandole richieste autonomistiche della popolosa contrada che è sempre più insofferente all’autorità amministrativa del Municipio della Città di Naso.

Nel 1700 l’archivio biografico nassense ricorda le figure del giudice del Real Patrimonio austriaco Ignazio Perlongo e il filosofo del diritto Carmelo Controsceri, fondatore degli studi di diritto naturale. A. Ferdinando IV di Borbone, nel 1788, Gaetano Piccolo Petrelli dedicherà una statua di cui nella sede dell’antico Municipio si conserva l’iscrizione: "Nassensem Urbem/ab reliquis/proximarum olim/Neseidos Agatirnaeque cohortam-temporum iniquitate depressam

Ferdinandi Regis/Providentia/pristinae dignitati restituit - anno MDCCLXXXVIII.

"La città di Naso, dalle reliquie di Naxida e Agatirno, una volta vicine, risorta, - oppressa dalla iniquità dei tempi, la provvidenza di Re Ferdinando - all'antica dignità restituì". 1788 Il decreto regio borbonico n.360 del 1° maggio 1816 definisce l’istituzione amministrativa del Comune, confermando il Municipio della Città di Naso che, inglobando ancora la frazione di Capo d’Orlando, affronta il processo risorgimentale dell’Unità d’Italia vedendo tra i suoi protagonisti gli onorevoli di Naso Gaetano Parisi-Parisi (1816-1888) e l’on sen. Giovanni Raffaele (1804-1882), il cappellano militare del 9°Battaglione Cacciatori dell’esercito S.M. Francesco II di Borbone, Re delle Due Sicilie, don Giuseppe Buttà, autore di Un viaggio da Boccadifalco a Gaeta, memorie della rivoluzione 1860-1861e sacrifica nella prima guerra mondiale i 222 caduti raccontati in Pagine di eroismo dal mazziniano Cono Di Lena.

Dopo il biennio rosso, il 23 luglio 1922 inizia la storia dell’autonomia Orlandina con la formazione del comitato per l’autonomia di Capo D’Orlando: Basilio Conforto, Ernesto Mancari, Cono Micale Alberti, Francesco Mollica e Paolo Paparone cominciano una battaglia, non escludente la sepoltura nell’improvvisato cimitero di c.da San Martino, che si conclude vittoriosamente il 25 giugno 1925 con la legge n.1170 auspici gli onorevoli Paratore e Gentile e S.E. Giovanni Giuriati, ministro dei lavori pubblici, "sceso dal Cielo in Idrovolante", il 27 settembre 1925 all’inaugurazione del nuovo Comune immortalata dalle foto d’epoca testimonianti il popolo euforico e giubilante con le braccia tese culminanti nella mano aperta e le teste protette dal fez.

" Ecco perché Capo D’Orlando è un Comune Fascista e questa popolazione è piena di gratitudine per il Duce ed il Regime e per S.E: Giovanni Giuriati" scrisse l’avv. Ernesto Mancari nel 1931 nella sua relazione sui primi cinque anni di attività amministrativa come Podestà.

Il 5 aprile 1927 il commissario prefettizio Gaetano Gargano, che guidò il comune di Naso nel periodo della separazione da Capo d’Orlando afferma nella relazione finale del suo mandato indirizzata all’avv. Gioacchino Xilone, podestà di Naso:" Quale fosse la situazione politica di Naso il 12 Novembre 1924 quando assunsi l’incarico di commissario prefettizio vi è ben noto; qui il malcostume parlamentare e politico aveva avuto larghi riflessi; Naso era piazzaforte sicura della democrazia sociale e del comunismo talchè era ovunque conosciuto come centro sovversivo. E tale era. Durava ancora la speculazione politica sul caso Matteotti e il regime era vilipeso in riunioni private e nelle piazze… v’era un pugno di prodi che aveva talvolta osato cimentarsi affrontando l’aggressiva avversione della maggioranza ostile: erano i fascisti e voi ne eravate il condottiero".

Il cav. Gargano scrivendo tali cose sapeva che il 6 aprile 1924 era stato eletto al parlamento italiano il primo deputato comunista della Sicilia: il nasense avv. Francesco Lo Sardo, giovane protagonista dei Fasci siciliani, indefesso difensore dei lavoratori, socialista massimalista che partecipò a Livorno con la componente di Giacinto Menotti Serrati alla fondazione, nel 1921, del partito comunista d’Italia, condannato dal Tribunale speciale, a fianco di Antonio Gramsci nel carcere di Turi di Bari dopo varie peripezie seguite all’illegale arresto dell’8 novembre 1926 e fatto morire in carcere, da solo, a Poggioreale di Napoli, nel 1931, sempre fedele al suo ideale.

A proposito della costituzione in comune autonomo di Capo D’Orlando scrive ancora il rag. Gargano: "… La tensione dei rapporti fra Comune e frazione che si era affievolita per l’attesa da ambo le parti del deliberato distacco, cessò del tutto…d’altro canto a parte l’antitesi di interessi fra le due collettività che le avrebbe prima o poi separate, era mia convinzione che la separazione non sarebbe stata in definitiva di danno ma di vantaggio ad ambo gli enti…"

Il decreto-legge n.200 del 22 dicembre 2008 convertito nella legge n.9 del 18 febbraio 2009

(Legge Calderoli) ha abolito fra le altre la legge n.1170 del 25 giugno 1925 ma non i suoi effetti.

Naso e Capo D’Orlando, provenendo da due fondazioni (calcidese e miceneo-italica), due origini,

(storica e mitica, con retroproiezione politica), due civiltà (basilico-odissiaca e greco-poleica) che l’astuta Storia hegeliana aveva unito, per merito dell’ardita opera dei patrioti orlandini prima e per l’interpretazione autentica della volontà popolare dopo, continuano a vivere nella coesistenza pacifica di due popoli, di due patrie e di due Comuni che in ricordo delle origini antiche tramandano alla memoria del futuro, "ai posteri, il segno della propria e più vera caratteristica: l’indipendenza" come scrisse, nell’anno XI della dittatura fascista, su L’Ora di Palermo, Francesco Trassari, il Teocrito della Libertà.

Massimo Cono Pietropaolo

Naso, 2 giugno 2012 - 66° anniversario della nascita Repubblica italiana.

Bibliografia e sitografia

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Maria Amalia Ma stelloni, Agatirno: L’eroe, il centro e la moneta sta in Archeologia a Capo D’Orlando, studi per l’antiquarium,pp-23-32, edizioni Rebus, 2004-

Carmela Franchina Scurria, Problemi di ellenizzazione del retroterra zancleo: la questione di Agathyrno sta in Rivista storica dell’antichità anno XI-1981, Bologna 1982 pp.53-68-

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Nino Granata, Nesos, antica terra di Naso, strisce di memoria, tracce storia patria,

stampato in proprio, febbraio 2012.

Aldo Cumia, Cronologia dei baroni, dei conti e dei sindaci di Naso, Municipio Città di Naso, 2010

Gehrard Rohlfs, Scavi linguistici nella Magna Grecia, Galatina, 1974

Calogero Calcerano-Giovanni Maneri-Enciclopedia nasitana-edita a Naso-2008

Fauzia Farneti (a cura di) Naso, Guida alla visita della città, Firenze 2009, pp103-104

Carmelo Caccetta, Capo D’Orlando da Borgo a Comune autonomo, sta in 85° Anniversario dell’Autonomia del Comune di Capo D’Orlando 1925-2010, rist.anast del’opuscolo contro l’Autonomia di Capo D’Orlando, risposta al memoriale " Pro Autonomia" -Messina-1923-Archivio del prof. Francesco Longhitano Ferraù ( 1912-1983 ).

Salvatore Barone, Controsceri, un trattato di giurisprudenza naturale, Università di Palermo, Tesi di laurea, relatore prof. Giuseppe Roccaro, anno accademico 2010-2011.

Siti.

Comuni di Naso e Capo D’Orlando

www.testimonidiliberta.it

www.Naso-messina.it

www.98070.it

www.nebrodiservice.it