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COMUNICATO STAMPA
IL PROFESSORE MICHELE AINIS,
COSTITUZIONALISTA INSIGNE, FIRMA AUTOREVOLE DEL CORRIERE DELLA SERA
E DELL’ESPRESSO, NEL RUOLO INEDITO DI NARRATORE, PRESENTERA’ IL
SUO ROMANZO D’ESORDIO “DOPPIO RIFLESSO”, EDITO DALLA BUR 2012,
NELLA SUGGESTIVA CORNICE DELLA PIAZZA FRANCESCO LO SARDO, SITUATA
NEL CUORE DEL CENTRO STORICO DI NASO.
L’EVENTO, AVRA’ INIZIO ALLE ORE
21:30 DEL GIORNO 07 AGOSTO 2012, CON LA LETTURA ANTOLOGICA E
DRAMMATIZZAZIONE DEL TESTO, PROSEGUIRA’ CON L’INTRODUZIONE DEL
GIORNALISTA MARCO OLIVIERI DEL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA E SI
CONCLUDERA’ CON L’INTERVENTO DEL PROFESSORE AINIS, CHE DIALOGHERA’
CON IL PUBBLICO.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

DESCRIZIONE
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Il mondo è un intrico di segni indecifrabili per il protagonista di
questo romanzo, perseguitato da un'amnesia che ne divora il passato.
Sicché comincia a scrivere un diario per cercarne l'eco, per
imprimere un ordine agli eventi. Ma il diario in qualche modo
inverte il rapporto fra la pagina e la vita: ciò che lui scrive,
accade. E intanto si ripetono incontri prodigiosi, che gli offrono
sempre nuove tessere di un puzzle impossibile da ricomporre. Chi è
l'inquietante Arturo che tutti scambiano per lui? Perché s'esercita
a mettere scompiglio nelle sue relazioni? E Gea, la giovane
bibliotecaria conosciuta per caso, che segreto nasconde? Ma,
soprattutto, quali poteri racchiude il Necronomicon, l'inafferrabile
libro che tutti smaniano di possedere? Un giallo esistenziale. Una
storia che si rifrange come in uno specchio nel rovescio di ciò che
appare a prima vista. E infine una vertigine, una discesa
inesorabile verso le questioni più profonde del vivere.
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LA BUFALA DELLE PROVINCE
di
Michele Ainis
-
15 Settembre 2011
Enti
aboliti dalla manovra del Governo, ma in realtà eliminarle non sarà
così semplice. Occorre una modifica costituzionale, e tutto sembra
un percorso a ostacoli. In realtà si vuole solo delegittimare la
Costituzione diffondendo l'idea che si tratti di un ferro vecchio
Sul capitolo riguardante l'abolizione delle
province ci sono stati vari giri di valzer. All'inizio c'era
l'intenzione di abolire le province al di sotto di una certa soglia
di popolazione e anche di territorio, quindi ne sarebbero state
depennate 32 che poi diventarono 29. Alla fine tutto è stato
rinviato a un Disegno di Legge costituzionale che è stato approvato
dal Consiglio dei Ministri, che ora invece le abolisce tutte. Certo,
ma chissà quando...
Le province hanno una copertura costituzionale perché la
Costituzione le cita. C'è addirittura un
titolo
nella Costituzione in cui si parla delle province, e poi diversi
articoli della Carta Costituzionale. Questo significa che con legge
ordinaria si può lavorare sul numero delle province, ma non le si
può eliminare del tutto. Si tratta di un livello di governo che ha
una copertura costituzionale e per eliminarlo occorre modificare la
Costituzione. Per modificare la Costituzione, occorre però (come più
o meno gli italiani sanno), una
doppia lettura di Camera e Senato a intervallo di 6
mesi tra la prima e la seconda approvazione, e se non si raggiunge
una maggioranza molto alta che è quella dei 2/3, serve comunque la
maggioranza assoluta (la metà più uno dei componenti
delle Camere durante la seconda votazione). La maggioranza assoluta,
tuttavia, espone il risultato normativo a un referendum. Insomma, mi
sembra un po' una corsa a ostacoli con tempi certamente non brevi.
Qualcuno potrebbe chiedere un
referendum. Possono farlo 5 consigli regionali,
possono farlo le minoranze parlamentari, possono farlo 500 mila
elettori: questo dice la nostra Costituzione, poi, nel caso di
specie, siccome le province sono diventate molto impopolari, può
anche darsi che non lo chieda nessuno questo referendum e che quindi
la riforma costituzionale vada in porto con la semplice maggioranza
assoluta, ma l'eventualità del referendum esiste.
Personalmente ho l'impressione che le varie riforme, non solo questa
(ho contato 27 articoli della Costituzione che verrebbero modificati
o inseriti nuovi di sana pianta dalle 4 riforme costituzionali che
da marzo in poi il governo ha promosso) siano un po' di un
diversivo. Si mostra di fare senza fare, perché per esempio per
quanto riguarda il nuovo
Art. 41,
quello che è sulle libertà economiche, se ne sente parlare da un
anno e mezzo, però poi è stata formalizzata questa iniziativa solo a
maggio.
Bisogna essere sempre molto cauti quando si modificano le norme
contenute nella nostra
legge fondamentale, questo non significa che non ci
siano dei punti, (probabilmente quello delle province può essere uno
di questi punti) in cui un aggiornamento possa essere salutare. Ma
se invece si sparano "raffiche di proiettili" costituzionali, il
risultato è quello di non arrivare a nessuna riforma approvata e
varata, ma di
delegittimare la Costituzione,
diffondendo l'idea che si tratti di un ferro vecchio.
Per quanto riguarda le province anche in assemblea costituente si
era pensato di toglierle, perché c'erano già nel momento in cui si
andavano a costituire le Regioni, che sono diventate un ulteriore
livello di governo. A mio avviso ne abbiamo tanti di questi livelli
di governo: dalle circoscrizioni ai comuni, alle province, alle
città metropolitane, alle regioni, allo Stato e poi c'è l'Unione
Europea. E troppi livelli di governo, anziché avvicinare,
allontanano i cittadini dalle istituzioni.
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